martedì 9 ottobre 2012

Essere vicini all'anziano

Non si può sempre essere vicini all'anziano. Delle volte ci si allontana per far la spesa, o per andare al lavoro, o per andare in farmacia, o dal medico di base, o in uno dei tanti uffici dove si fa attesa/anticamera/fila quando si ha un anziano in casa
Come tanti, ho sperimentano metodi diversi, anche se poi si converge su una presenza necessariamente fissa.
Ho iniziato con un telefono con venti memorie fisse. Tastiera normale, più venti tasti memorizzati, ognuno corrispondente a un numero di telefono. Poi sono passato ad un telefono che ad ogni tasto aveva anche la pronuncia del nome di chi si stava chiamando. Ovviamente tutti telefoni con tasto vivavoce, e tutti nella versione "senior" dei vari produttori. Il telefono semplice non esiste. Anche il più semplice è troppo complicato. L'ultimo tutt'ora in funzione in casa, è il Brondi Bravo 2 (credo) (pagato circa 60 Euro se non ricordo male) ha sole tre memorie (due sono già di troppo) e comunque ha sempre una decina di tasti che nemmeno ricordo a cosa servano e che potrebbero essere eliminati. Meno confusione, soccorsi più immediati. Avrei preferito, all'epoca dell'acquisto, un ITT (poi TTM) (mi sembravano un po' pionieri in queste cose), non lo trovai e poi il Brondi aveva una particolarità "il telecomando". Un unico pulsante al collo (il telesoccorso) che chiama in sequenza 5 numeri (credo), anche se ho memorizzato un solo numero quello del mio cellulare acceso anche di notte. Lo so che è imprudente (fuori campo, batterie scariche e altri guai sono sempre in agguato) ma io sono l'unico con la volontà di dargli una mano subito, sempre, anche se poi mio padre mi ringrazia spesso (quando va bene) con mezza razione di improperi.
Quando due tasti erano ancora sopportabili, sono passato all'aiuto di internet. Mio padre ha l'ADSL, ma ovviamente non ha un computer suo. Mio padre ha un modem con l'antennino (wireless = senza fili) un D-Link DSL 2640R (pagato circa 30 euro), quello che avevo dal fornitore di telefonia l'ho messo nel cassetto.
La cosa più difficile che io abbia mai provato, è configurare un modem, ne ho provati di diverse marche con scarsi risultati, ma questo per me è stato un toccasana. Facile facile, non necessitano conoscenze e non ho usato nemmeno il manuale, può anche essere che non sia più in produzione. Un po' di tempo dopo, trovai una webcam un po' particolare. Non dava immagini nitidissime da macchina fotografica, ma sufficiente per l'uso che ne volevo fare.
Sempre D-Link, sempre senza fili (cioè un filo c'è, è quello che va infilato in una presa della corrente di casa).
Si tratta del modello DCS-932L, quello più economico (credo di averlo pagato meno di 70 Euro), ma funziona sia di giorno sia in assenza di luce. Presi all'epoca, quello, perchè non essendo un esperto, mi fosse andata male, avrei limitato i danni.
Messa in funzione semplicissima, anche se occorre almeno un portatile che legga il CD d'installazione, che guida passo passo alla messa in opera.
Se non ricordo male, un modem può gestire fino a 32 telecamerine, anche se dubito riesca a non lasciarsi cadere le antenne già con quattro o cinque.
Una volta finita la messa in funzione la telecamera può essere staccata da tutto e dalla presa di corrente e posizionata nel punto o nella stanza che si desidera senza dover più pensare alla reinstallazione (sempre che ci sia però un'altra presa di corrente). Credo che queste webcam, funzioni fino ad una decina di metri di distanza dal modem. nel mio caso era nella stessa stanza e delle volte la posizionavo nella stanza attigua. Guardo tutto con un cellulare economico della Samsung (uno smartphone preso coi punti del supermercato).  Occorre essere in presenza ovviamente di una rete WiFi internet (da casa mia lo vedo, o dal supermercato e in tutte quelle aree dove c'è una zona servita da internet gratis (nella peggiore delle ipotesi si pagano tre Euro a giorno circa, per tutto il giorno, con il proprio gestore di telefonia mobile). Si vede il video per un tempo massimo di un minuto, dopo di che, bisogna cliccare sul telefonino "riconnettersi". Gratis ci sono solo infiniti intervalli di 60 secondi massimo.
Con la badante non uso più nulla, per non stressarla con l'occhio del "grande Fratello".

lunedì 8 ottobre 2012

Corsi per badanti

Ci sono innumerevoli corsi per badanti. Per quanto ne abbia sperimentati parecchi, mi rendo conto che il fine ultimo, non è mai quello di dare maggior professionalità ad una persona che si appresta ad assistere un anziano. Aiutare un anziano dovrebbe essere una cosa semplice, fa parte del ciclo della vita. Si nasce, si cresce, si è attivi , si perde smalto, si decade, si muore. Il discorso è semplice e semplicistico, detto così, ma non va molto lontano dalla realtà. Ci sono corsi dove tutto è improntato sulla rianimazione ... come se l'anziano corresse, come unico pericolo, quello di annegare nella vasca da bagno. Corsi dove alle fine di una 4 serate (come se bastassero a formare eticamente e professionalmente una persona) viene persino dato, a basso costo, un misuratore di pressione. Lezioni di respirazione bocca a bocca (YouTube, è pieno di esempi), come se poi una badante applicasse l'insegnamento su manichino all'anziano con dentiera. Delle volte, questi corsi sembrano fatti per dar lavoro a colleghi che ricavano compensi tenendo il corso, e che magari ne traggono anche guadagno vendendo (o facendo vendere ad amici di amici) strumenti medicali, tipo misuratori della glicemia (con relative strisce) ecc.
Ho mandato la badante (alla prima esperienza con questo lavoro) ad un corso patrocinato da regione e comune. Mi sono presto reso conto che le lezioni non avevano una sequenza logica, (quello che la badante che lavora da mio padre, sa e fa, lo ha imparato da me che l'ho imparato a mia volta, a forza di confrontare metodi (talvolta empirici) più o meno adeguati, praticati da infermieri, visti sul campo, seguendo mio padre in ospedale. I corsi visti, mettevano assieme diverse esperienze in settori non troppo omogenei fra loro, che poi producevano comunque un corso, tanto, non esiste un vero programma di corso di formazione per la "professione/mansione" di "assistente famigliare" e anche chi organizzasse un corso di cucina e cucito, credo riuscirebbe ad avere soldi da qualche regione, reclamandolo come corso per badanti. Alla fine basta dare una pergamena di partecipazione/frequenza, che le aspiranti badanti, se vogliono possono anche esigere pagando (nel mio caso specifico, la badante è stata state costretta a pagare 25 Euro per la pergamena ... il corso era invece gratuito o meglio pagato dalla regione). Quello che la badante ha imparato è stato sindacalizzarsi notevolmente, sindacalizzarsi su cose inutili perchè io davo già a lei più di quanto previsto dal contratto nazionale e da quello che avevamo pattuito. La persona che io mandavo (sorprendentemente per me), era l'unica con un lavoro. Le altre future badanti, andavano solo nella speranza di trovare una collocazione rilevante. Il corso era organizzato dalla crema della società locale, quindi le probabilità di essere assunte presso qualche facoltosa famiglia, sembrava abbastanza elevata, anche se poi ogni aspettativa è risultata vana (zero lavoro per tutte). Chi organizzava, aveva come unico traguardo quello di mettere assieme il numero minimo di persone per ricevere fondi da tutti (regione, comune, provincia, sponsor ecc.) e produrre il corso. C'è chi lo fa di mestiere (produrre corsi patrocinati da enti nazionali e internazionali, coperti da fondi elargiti delle più svariate istituzioni e dalle più strambe motivazioni) 
Diffidate ragionevolmente dalle badanti provenienti dai corsi ... o almeno questa è stata la mia esperienza. Meglio il passaparola.