sabato 30 giugno 2012

Invecchiare a gradini

più che invecchiare a gradini il passaggio da una situazione all'altra è a gradoni. Che si invecchi normalmente, che si abbia un "decadimento cognitivo", una "demenza senile", un Alzheimer, la cosa più difficile è accettare per tutti (anziano e assistente) questa nuova situazione. Ho provato rabbia, ho litigato e poi mi sono rassegnato. Si muore un po' alla volta. Un giorno si e il giorno dopo mai più. Quando un anziano perde un'attività occorre accettare, farsene una ragione in fretta e rimettersi a disposizione in modo differente. Quando questa nuova avventura cominciò, 4 anni fa, mio padre era una persona che si comportava come tutti i pensionati in forma al mondo. Era autonomo, si incasinava, aveva energia (non da regalare ma abbondante), trafficava e soprattutto era e voleva essere indipendente.
Oggi le cose sono un bel po' cambiate. La cosa più difficile è accorgersene, farsene una ragione, ripartire con sempre maggior impegno. Me lo ha detto un geriatra, ci sono malattie che debilitano poco a poco altre virulente ma su tutte la vecchiaia toglie terra di colpo sotto i piedi senza apparente ragione.
La bravura è accettare senza prevaricare, senza prevenire. Bisogna prendere il gradino quando viene, non prima non dopo.
Un anziano troppo aiutato dimentica di fare le cose, non aiutarlo al momento necessario  o pensare stia perdendo volontà è comunque sempre un errore.

martedì 26 giugno 2012

L'anziano è un metodico non rigoroso

L'anziano è metodico, segue i colori e distingue meglio le forme semplici per identificare quello che può o non deve fare. L'anziano predilige le operazioni che contraddistinguono la sua giornata ad orari precisi e prestabiliti. Anche i movimenti e le operazioni devono avere una successione abbastanza "logica", sono più facili da ricordare. L'anziano non è sempre molto rigoroso nel suo essere metodico e non ama essere rimproverato. L'anziano vive anche un po' meglio in una leggera libera confusione, dove sbagliare e accorgersi di aver sbagliato possa sembrare una simpatica marachella.
Non bisogna aiutare molto l'anziano. E' meglio aspettare che si aiuti da solo. Non è mancanza di amore, anzi lo è il contrario. Aiutare troppo l'anziano lo si abitua a non essere autonomo e a perdere precocemente delle attività che sarebbe benissimo in grado di svolgere da solo tenendo in movimento il suo corpo e la sua mente.

Credere di vivere per non morire


Un anziano sa di essere anziano e sa che ogni momento potrebbe essere quello buono, anzi quello nefasto, per salutare tutti e togliersi definitivamente di torno. L'equilibrio fisico e forse ancor più quello mentale sono fragili e basta niente per cadere in depressione o per dimenticare tutto e passare ancora qualche momento sereno. Pastiglie e normali alimenti hanno una chimica sempre più difficile e instabile nell'organismo tant'è che certe volte togliere qualche farmaco può addirittura migliorare lo stato di salute. personalmente vedo che gli integratori salini aiutano, soprattutto compensano le perdite prodotte dai diuretici. Credo che una certa quantità di chimica influenzi anche il crevello e viceversa.
Per continuare a vivere occorre una motivazione o almeno la consapevolezza che il vivere dia meno fastidio del morire. sempre di croce si parla ma una può sembrare più leggera dell'altra.
L'anziano, per vivere, deve soprattutto credere che convenga farlo, deve trovarne la motivazione altrimenti si spegne e occorre che chi gli sta vicino accetti che quel lumicino si spenga e lo lasci spegnere per l'eternità.
I ricordi (delle volte) sono piacevoli, delle volte però portano una tristezza che inaridisce troppo per continuare a credere di poter vivere. Domenica mattina, mio padre era un po' depresso, una leggera diarrea non lo aiutava. Così a mezzogiorno l'ho messo a letto saltando tutte le pastiglie salvo il diuretico. giusto sbagliato? Alle 17 ho cercato di farlo alzare. Pressione, abbastanza nella norma ma era basso di ossigeno nel sangue e i battiti non erano regolari. Chiamare la guardia medica sarebbe anche stato inutile, non stava male male non stava bene bene. poi ho trovato la scusa buona, per ognuno è diversa. Così verso le 20 abbiamo riprovato. Le gambe erano deboli. non si reggeva. Un po' seduto prima di riprovare. Poi il secondo tentativo andava a buon fine per arrivare a tavola e mangiare un po' di cotto che fa proteine e un reintegratore di sali e vitamine. E poi la partita (italia-Inghilterra) a ragionarci sopra. Gli anziani sono fragili, ma delle volte hanno sette vite.

giovedì 7 giugno 2012

La pelle degli anziani e gli occhi della badante

Situazioni diverse ne ho provate, ed ognuno ha la propria alchimia per risolvere i problemi. Ci sono prodotti costosissimi e altri a basso costo non meno efficaci. Una regola vale per tutte. Quasi tutti gli anziani prendono fluidificanti per il sangue e le vene già fragili perdono un po' la capacità di automedicarsi. Le piccole emorragie sono frequenti e occorre fare attenzione a non dare pizzicotti alla pelle. La cute si rompe già con leggere strette e guarire le ferite diventa un problema. Ho una regola mia, se la zona è molto umida meglio usare un talco per evitarsi funghi se invece è solitamente molto secca una crema molto idratante può risolvere molti problemi. se la zona è soggetta a frequenti sfregamenti, una pomata all'ossido di zinco certe volte aiuta ma non è detto funzioni sempre.
Certe volte poi ci sono farmaci che fanno male (bruschi cali di pressione, sconvolgimenti del sistema endocrino, allergie). Un buon medico che valuti tutti gli aspetti è sempre la miglior garanzia. Mio padre per esempio soffre  anche l'alcool, ma ci sono anche un sacco di altri prodotti che si è perso per strada. Per disinfettare uso del benzalconio cloruro che è un battericida contenuto in un po' tutti i medicinali e i disinfettanti alternativi all'alcool. Una buona badante osserva e avverte chi della famiglia segue l'assistito per adottare i migliori rimedi.