lunedì 3 ottobre 2011

O si lascia morire o fa morire.

Se una persona è lucida e comprende di non avere prospettive, di non essere autosufficiente, di non servire a nessuno ma di essere un ostacolo a chi gli è attorno, non ha molte scelte davanti a se. Dovunque egli si trovi, vedrà solo un futuro nero attorno alla propria persona. Ci saranno attorno a lui persone che potranno essere attente i primi giorni, la prossima settimana, il prossimo mese ma basterà un nulla per far capire all'anziano che è un soggetto indesiderabile. Per vedere in modo cosciente la propria fine non gli resterà che rifiutarsi di mangiare.
Delle volte non c'è soluzione, altre, un evento scioccante fa il "miracolo". A volte l'anziano accetta solo gelati (certi ospizi attenti, ne tengono sempre in dispensa per superare i momenti di rifiuto del pasto standard).
A questo punto si arriva ad un bivio:
1) - Rifiuto del cibo sino alla morte (una situazione del genere in un ospizio si conclude in tempi brevi).
2) - Accettazione del cibo ma "morte" del caregiver (quello che in prima persona supporta e gestisce l'anziano). L'anziano deciderà di vivere alla grande servito e riverito dalla progenie che ha generato, sentendone suo diritto farlo.
Nulla si crea nulla si distrugge ma qualcuno ci lascia sempre le penne e anche le unghie.
Per chi resiste è una lotta per la sopravvivenza.