La badante dovrebbe essere un amorevole dottor Patch Adams, ma i corsi non possono occuparsi anche di questo. Ho visto le schede di un corso per "assistenti famigliari" organizzato in città. La badante che lavora per mio padre lo ha fatto tutto, 120 o 150 ore totali (non ricordo, non finiva mai e alla fine ho dovuto tirar fuori 25 euro perchè potesse avere anche l'attestato ... anche la mamma dei furbi è sempre in cinta). Le ore per corsi di aggiornamento, dovrebbero essere solo 40 all'anno, la badante ne ha diritto. Io però, stavo investendo su una persona che doveva prendersi cura dei miei ed era mio interesse che imparasse bene da persone qualificate. La prima cosa che veniva insegnata era la lettura del Contratto Collettivo Nazionale delle colf e delle badanti. Giustissimo, ma poi ho pensato alle mie scuole fatte, e proprio non ricordo che nessuno sia venuto il primo giorno di scuola a spiegarmi il contratto dei metalmeccanici. Poi insegnavano come riuscire ad avere un posto di lavoro, cosa dire e cosa non dire, su cosa sorvolare e cosa sottolineare... e nemmeno questo mi ricordo siano venuti ad insegnarmelo ... e pensare che mi sarebbe stato tanto utile, soprattutto nei miei primi colloqui di lavoro ... magari la mia vita sarebbe stata diversa (primo colloquio in Marelli era già fatta poi una parola in più e mi fregai il posto). Il corso poi si faceva più concreto, finalmente si passava alle abitudini locali, ai cibi caratteristici tipo i ravioli alla zucca (piatto tipico di Cremona?!?!... e pensare che io cremonese, avevo sempre creduto fosse un piatto tipico mantovano, come ero convinto che pisarei e fasò fosse un piatto tipico piacentino ... ma vai te a capire i corsi, forse sono fatti per la val Padana in generale). Poi c'era una lezione sul dialetto e sui modi di dire, li ho imparati tutti, non ne conoscevo uno e nemmeno mio padre li conosceva. Hanno anche spiegato un po' di volte il corpo umano e portato tutte in gita scolastica in un ospizio della zona.
Vabbè, a fine corso la misura della febbre sapeva farla (o forse no? non ricordo). Gli ho insegnato a controllare la pressione e fare il test della glicemia. Le iniezioni non sono compito di una badante, potrebbe andare nelle grane sbagliando, ma quelle di eparina nella pancia gliele ho fatte provare (le prime volte era terrorizzata dall'ago). Con gli anziani credo occorra solo un po' di affetto e un sorriso. Bisognerebbe saperli ascoltare questi anziani, ma non si può chiedere tanto. certo è che bisognerebbe riuscire a farli ridere. Il riso vale mille cardioaspirine e tachipirine insieme. E' provato che la risata interviene sul sistema nervoso "anestetizzandolo", si cancella il dolore. A dir il vero lo sapevo da un pezzo, in ospedale una volta ero riuscito a far ridere il mio vicino di letto mentre gli toglievano i punti, ma la conferma più grande l'ho avuta 15 anni fa con un malato terminale per tumore al pancreas, ... aveva avuto un momento di sollievo ridendo mentre giocavamo come bambini. So di non avere sempre rispetto del dolore degli altri, e so anche, che certe volte, non avere rispetto del dolore fa bene a tutti. "Non si può avere la farina nei sacchi e il frumento nel campo, ci vuole pazienza" (diceva sempre mio nonno) però ho sentito che in città più evolute, ci sono corsi per volontari & C sulla clownterapia. La usano sia in reparti di pediatria sia in strutture per anziani. Tanto per averne un'idea, si può provare a cliccare qui clown o qui yoga . Verrebbe da dire: "Un Adams per tutti perchè non diventino tutte famiglie Addams"... più o meno...