venerdì 29 ottobre 2010

I corsi per badanti e Patch Adams

La badante dovrebbe essere un amorevole dottor Patch Adams, ma i corsi non possono occuparsi anche di questo. Ho visto le schede di un corso per "assistenti famigliari" organizzato in città. La badante che lavora per mio padre lo ha fatto tutto, 120 o 150 ore totali (non ricordo, non finiva mai e alla fine ho dovuto tirar fuori 25 euro perchè potesse avere anche l'attestato ... anche la mamma dei furbi è sempre in cinta). Le ore per corsi di aggiornamento, dovrebbero essere solo 40 all'anno, la badante ne ha diritto. Io però, stavo investendo su una persona che doveva prendersi cura dei miei ed era mio interesse che imparasse bene da persone qualificate. La prima cosa che veniva insegnata era la lettura del Contratto Collettivo Nazionale delle colf e delle badanti. Giustissimo, ma poi ho pensato alle mie scuole fatte, e proprio non ricordo che nessuno sia venuto il primo giorno di scuola a spiegarmi il contratto dei metalmeccanici. Poi insegnavano come riuscire ad avere un posto di lavoro, cosa dire e cosa non dire, su cosa sorvolare e cosa sottolineare... e nemmeno questo mi ricordo siano venuti ad insegnarmelo ... e pensare che mi sarebbe stato tanto utile, soprattutto nei miei primi colloqui di lavoro ... magari la mia vita sarebbe stata diversa (primo colloquio in Marelli era già fatta poi una parola in più e mi fregai il posto). Il corso poi si faceva più concreto, finalmente si passava alle abitudini locali, ai cibi caratteristici tipo i ravioli alla zucca (piatto tipico di Cremona?!?!... e pensare che io cremonese, avevo sempre creduto fosse un piatto tipico mantovano, come ero convinto che pisarei e fasò fosse un piatto tipico piacentino ... ma vai te a capire i corsi, forse sono fatti per la val Padana in generale). Poi c'era una lezione sul dialetto e sui modi di dire, li ho imparati tutti, non ne conoscevo uno e nemmeno mio padre li conosceva. Hanno anche spiegato un po' di volte il corpo umano e portato tutte in gita scolastica in un ospizio della zona.
Vabbè, a fine corso la misura della febbre sapeva farla (o forse no? non ricordo). Gli ho insegnato a controllare la pressione e fare il test della glicemia. Le iniezioni non sono compito di una badante, potrebbe andare nelle grane sbagliando, ma quelle di eparina nella pancia gliele ho fatte provare (le prime volte era terrorizzata dall'ago). Con gli anziani credo occorra solo un po' di affetto e un sorriso. Bisognerebbe saperli ascoltare questi anziani, ma non si può chiedere tanto. certo è che bisognerebbe riuscire a farli ridere. Il riso vale mille cardioaspirine e tachipirine insieme. E' provato che la risata interviene sul sistema nervoso "anestetizzandolo", si cancella il dolore. A dir il vero lo sapevo da un pezzo, in ospedale una volta ero riuscito a far ridere il mio vicino di letto mentre gli toglievano i punti, ma la conferma più grande l'ho avuta 15 anni fa con un malato terminale per tumore al pancreas, ... aveva avuto un momento di sollievo ridendo mentre giocavamo come bambini. So di non avere sempre rispetto del dolore degli altri, e so anche, che certe volte, non avere rispetto del dolore fa bene a tutti. "Non si può avere la farina nei sacchi e il frumento nel campo, ci vuole pazienza" (diceva sempre mio nonno) però ho sentito che in città più evolute, ci sono corsi per volontari & C sulla clownterapia. La usano sia in reparti di pediatria sia in strutture per anziani. Tanto per averne un'idea, si può provare a cliccare qui clown o qui yoga . Verrebbe da dire: "Un Adams per tutti perchè non diventino tutte famiglie Addams"... più o meno...

giovedì 28 ottobre 2010

Come scegliere la badante perfetta

E' il sogno di tutti. Trovare una Mary Poppins. Ci si potrebbe anche accontentare di una spigolosa signorina Rottermeier, certo è, che nessuno si augura di trovarsi in casa un Godzilla vestito da Mago Zurlì.
Ci sono comuni (come quello di Milano) che qualcosa cercano di fare. Hanno istituito per esempio un "Elenco Badanti Qualificate". Basta? E' già qualcosa ma siamo forse ancora un po' lontani dall'obbiettivo, anche se la volontà e la necessità di fare c'è.
Per adesso i parametri generali di accettazione, sono molto di manica larga. Innanzitutto si iscrivono all'elenco tutte le persone che hanno requisiti minimi. Ad iscriversi, sono i lavoratori/lavoratrici che ritengono di essere qualificati/e o necessitano di una opportunità in più di lavoro. Non credo esista al momento una commissione che abbia tempo di vagliare le credo migliaia di offerte proposte. Consultare quell'anagrafica credo sia come voler scegliere un libro giusto sul catalogo di Amazon senza avere un idea precisa di cosa si voglia leggere. Per esempio, per i lavoratori stranieri (quelli più bisognosi di vitto e alloggio gratuiti, e quindi in definitiva anche gli unici disponibili alla convivenza 24 ore su 24) basta il permesso di soggiorno in regola e parlare un italiano "sufficiente alla mansione". Il comune (come molti comuni o associazioni in Italia) organizza anche corsi per assistenti familiari, ma sono corsi che non hanno (per mia esperienza personale) un programma ben definito e collaudato (siamo agli inizi).
Il corso potrebbe anche essere ottimo e abbondante, di certo è gratuito, ma diventa per le aspiranti badanti, un luogo per parlare di immigrazione e difficoltà a trovare lavoro. Le persone ci vanno sperando di trovare un ufficio di collocamento e non una scuola.
Non c'è alternativa, non è la badante a dover fare un corso, ma la famiglia che assume a frequentare una scuola per specializzarsi in "selezione delle risorse umane".

domenica 24 ottobre 2010

Quando la badante è indispensabile

Capita che il caro genitore vivacchi e sia nel suo standard di vecchiaia. I soliti problemi di routine. Pannolone, colazione, medicina, misura pressione, a letto con le sbarre e tu che sei figlio hai bisogno di ospedale e di cure più di lui. Magari un'operazioncina, oggi con il laser fanno anche i ravioli al forno. In due giorni ti sbattono fuori e nemmeno te ne accorgi. Non hai subito la voglia di tornare ai piedi del vecchio a sentire frustate, hai bisogno di un minimo di raccoglimento fra te e te. Ti dai una settimana intera di "sollievo". La badante è insostituibile. La tua sostituta deve esserci. Hai bisogno di una disponibile, che accetti dopo una settimana di lavoro, di starsene li dietro il tuo vecchio, anche il Sabato e la Domenica, e poi di fila un'altra settimana prima di arrivare al suo Sabato/Domenica festivo.
Si paga il solito, più un 60% in più per il lavoro straordinario, ma il supporto è impagabile.
Hai bisogno di una persona di fiducia e con un po' di testa, che si prenda le tue responsabilità come se fosse una di famiglia. Delle volte, quella badante, l'ammazzerei, altre la farei Santa fra i Santi.

lunedì 18 ottobre 2010

badante o RSA?

Una scelta difficile, sofferta, respinta, obbligata. I medici possono anche arrivare a non assistere il malato che rifiuta le cure, ma danno mandato ai servizi sociali se ravvedono incuria dell'anziano. Sono stato anche minacciato da un endocrinologo, che poi si è dimostrato il peggior curante che ho visto. Una ostinata e perpetrata svista, durata 25 chili (tanti ne ha persi il mio vecchio in 5 mesi), che lo ha fortemente debilitato. Certi medici non sono buoni nemmeno per fare da manovale ad un muratore, però vestono alla moda e viaggiano su spider anche d'Inverno. Soprattutto e purtroppo, a volte, sono anche medici di competenza, specialisti prescrittori accreditati dal SSN. Un giovedì mattino ho inchiodato al muro una medica (la prima che ho incontrato, la notte non ci ho dormito, una folgorazione), non centrava nulla con quello che stava succedendo al mio vecchio, per questo più disponibile (o meglio, meno attrezzata a controbattere), mentre anche la caposala mi prendeva in giro. Analisi e la soluzione dietro l'angolo. Certi farmaci guariscono, certi altri ammazzano. Certi reparti, certi turni, assomigliano più a dei dopolavoro consociativi, che a veri posti di cura. Certi ci vanno solo per ostentare lo stetoscopio dal taschino di sinistra.
Un anziano, chi più chi meno, una leggera degenerazione senile del modo corretto di ragionare ce l'ha. Anzi non ce l'ha, la ragione lascia ampio spazio allo spirito di conservazione di se e dell'ambiente che circonda il proprio l'io. L'anziano capisce solo che gli altri lo mettono alle strette, e vogliono disfarsi di lui. Tutti sono nemici giurati, dai quali difendersi fino all'ultimo centesimo, fino all'ultima goccia di sangue. Tutti diventano ladri e invasori. Tutti diventano amici e nemici, tutto quanto fatto prima non basta a rassicurarli. Volano insulti per tutti, si creano aspettative e pretese nuove e impensabili di ora in ora. Gli amici di ieri sono possibili nemici di oggi o forse solo di questa mattina, chissà. C'è il valzer di nuovi alleati. Tutti contro tutti e contro tutto. E' dura, dura dura, pensavo meno, anzi, pensavo di non pensarci, o almeno come non pensarci.
E pensare che una sera sono anche dovuto andare a prendere un farmaco, perchè il reparto non ne teneva non essendo di sua competenza quella patologia, e il medico di base non ti fa ricette, perchè sei in ospedale, quindi se lo vuoi, è perchè vuoi rivendertelo di frodo in Svizzera a qualcuno.

da autosufficiente a non più sufficiente in un batter d'occhi

Chiudi gli occhi e l'autosufficienza è intorno a te, li riapri e nessuno si alza più dalla sedia o peggio dal letto. Uno ci potrebbe pensare per tempo. Credo i lungimiranti siano pochi. Credo siano pochi anche i vecchi lungimiranti, che decidono di trovarsi una sistemazione adeguata per tempo.
Il mio vecchio, nemmeno si rende conto di non farcela da solo e dice di mio suocero: "poveretto, come si è ridotto, certo che è diventato vecchio, con qualcuno poi sempre dietro a fargli da balia". Mio suocero ha cinque anni meno del mio vecchio.
Il mio vecchio è convinto di non aver bisogno di nessuno, è convinto gli si debbano prestare le minime attenzioni (ovviamente sempre e subito) perchè possa sbrigarsela da solo in poco tempo. La mattina mi vanno via due ore in levata, lavata, vestizione e colazione ed è già ora di pensare al pranzo. Sono solo i dettagli a sfuggirgli. Il mio vecchio è un giocattolo a molla, devi essere sempre li dietro a girargli la chiavetta. Lui non lo vede, guarda solo davanti, guarda solo nel suo piatto e quando è vuoto tira su la testa per vedere cosa prevede il programma del giorno. Il mio vecchio ha poche cose da fare, semplici ma se le ricorda come fossero degli appuntamenti importanti e inderogabili da rispettare. Il mio vecchio controlla l'ora, in continuazione, se sgarro non dice nulla ma la faccia si fa scura. Se mi dimentico di un dettaglio, non passa alla fase successiva della giornata.
La non autosufficienza arriva di colpo. Una badante in casa non si può, la casa di riposo men che meno, piuttosto si muore, si digiuna. spesso credo sia solo una finta, capricci da bambini. I vecchi diventano un po' bambini e sanno benissimo come ottenere quello che vogliono. Si lotta. Tutti contro tutti. Anche fra marito e moglie (mamma e papà intendo ... e non solo).

sento la mia vita dissolversi nelle mie mani

Che il vecchio viva, è un calvario, che il vecchio muoia. sarebbe sicuramente peggio. La morte di un genitore, comunque la si viva, dev'essere un esperienza brutta, forse devastante, molto aldilà delle lacrime di circostanza e dei convenevoli d'obbligo. So che un giorno la morte arriverà. Dopo mio padre, biologicamente dovrebbe essere il mio turno, forse è quello che mi fa paura (non potrò perdere la priorità acquisita). Potrei morire prima io. Il vecchio "non molla", spettegolavano due infermiere, due anni fa, in ospedale. Era una marionetta ridicola, in quel suo continuare a rialzarsi al primo mangiafuoco di passaggio. Due anni fa, non sapevo cosa fare per tenerlo in vita (credo di aver fatto tutto e di non aver lasciato nulla di intentato). Da allora tanti farmaci sono cambiati e anche tante regole. Alle volte incontro medici conosciuti, si ricordano di me, mi salutano, hanno quasi timore nel chiedermi del mio vecchio ... "quando il tempo è buono fa un giretto in giardino" rispondo io. Non ci credono. Un medico, il primo che aveva cominciato questo ciclo infernale tutt'ora in atto, era un reumatologo. La mano di mio padre si era gonfiata quasi di colpo. Infiltrazioni di cortisone (come da letteratura scientifica), nella mano di mio padre. Quel medico è morto quasi un anno fa. 57 anni ben portati, bell'uomo, abbronzato in tardo autunno, sano come un pesce (si fa per dire), infarto, (chissà se i pesci rossi hanno un cuore). Mentre spingeva, in modo pratico e preciso quel cortisone, duro ad uscire dalla siringa ... diceva ... "non si può pretendere molto, 90 anni hanno il loro peso". La cosa che più ti senti ripetere fino alla noia è: "... deve tener conto dell'età, 90 sono tanti". A quel tempo, mio padre, in ospedale ci era venuto con le sue gambe, faceva ancora due o tre chilometri a piedi ogni giorno, oggi tira massimo 30, forse 40 metri in una giornata, a tavola, a letto, al "cabinetto" (come dice la badante). I parenti così assidui due anni fa, nemmeno vengono più a trovarlo. Delle volte, ho la sensazione di essere quel Pierino che grida tre volte "al lupo al lupo" e poi non c'è manco un bassotto. Quando lo dirò la prossima volta, non ci sarà anima viva al cimitero (mai modo di dire sarà più appropriato). Non mi crederanno nemmeno a funerale fatto (ammesso sia io a mettere il "triste annuncio" sul quotidiano cittadino).
Sento la mia vita che se ne va. Nulla si crea nulla si distrugge. Sto solo togliendo anni dalla mia vita per renderli al mio vecchio.
I genitori ti danno la vita, e quando sono prossimi alla morte, tirano le somme e chiedono il saldo del conto. Nessuno è generoso, nessuno fa sconti. Quella vita data, la rivogliono ... credo ...

domenica 17 ottobre 2010

Badante in pausa

Caro blog, caro più per il prezzo dell'ADSL, che per il valore affettivo che generalmente ti attribuisco. Il mio turno sta finendo, fra qualche ora tornerà (andrò a prendere) la badante e io mi farò i miei bei 200 Km. per tornare dalla mia nuova famiglia. La ci sono solo infartuati, alzaimerati, tumorati e me che sto aspettando la chiamata dell'ospedale per una piccola operazione. Fra meno di un mese festeggerò (cielo permettendo) il mio secondo compleanno come badante. Sono quasi due anni che passo qui il Sabato e la Domenica. Sono un po' tirato, un po' stanco, anche perchè il primo anno ho fatto tutto da solo, poi sono crollato (non del tutto), faccio pause. Caro blog, non sapevo se preferire te al letto, poi ho perso tempo e non ho più minuti per nessuno. Questa sera si fa verdure in brodo, devo pulirle tagliarle, non un granché, ma poi vado a prendere la signora che lavora qui e il tempo è poco. I vecchi non si scaricano regolarmente. O troppo o niente. Questa sera un cucchiaio di Lattulosio lo devo proprio chiamare in aiuto, il passato di verdura non basta più. Il giorno che faccio qui è massacrante. Cerco di sopperire le mancanze della signora che sta qui, come uno vorrebbe non si riesce. Nemmeno io forse riuscirei ad accontentarmi.
Ormai sono stanco, sempre e solo stanco. Dovrei tenermi in forma invece arriverò all'operazione demolito. Comunque vada saranno sempre giorni di ferie. Qualcuno in ospedale dovrà pur occuparsi di me o comunque nessuno mi chiamerà per fargli da balia.

giovedì 14 ottobre 2010

Cosa è, cosa dovrebbe e cosa potrebbe essere una badante

Ho trovato la risposta sul melo, nell'orticello fuori casa. Una farfalla di tanti colori che viene da lontano, come un soldato di ventura. Non sa quello che troverà, ma vola, e vola, e vola, in cerca di fortuna. Non sa se troverà fiori o quali fiori, ma tutte le farfalle volano e tutte vanno verso il sole. Magari "rotte" da millenni. E' il ciclo delle farfalle. In questi anni arrivano meduse nel Mediterraneo, o barracuda e strani pesci tropicali. Il clima è favorevole. Ogni specie va verso la vita. Le farfalle a primavera vanno sui fiori, sono indispensabili. Arrivano insetti e farfalle mai viste in questi anni. Vanno nel giardino dello zio patito per Fede, o nell'orto del curato di San Clemente, o nei giardinetti pubblici di piazza Martiri per la Libertà del primo cittadino (vecchio stampo, di sinistra). In Primavera sono colorate come i fiori. Vanno di corolla in corolla, impollinano, fanno un buon lavoro mentre si nutrono. Certe volte sembrano sparire durante l'Estate. Alcune fanno uova, credo, anzi tutte, credo. Si trovano bruchi strani in giro. In autunno si vedono altre farfalle o forse sono le stesse ma diverse. Si mimetizzano con i colori della frutta matura ad ali aperte, e con il colore delle foglie secche ad ali chiuse. Si muovono lentamente, anzi ferme, quasi a non volersi mostrare. Hanno una proboscide arrotolata sotto la testa. Al momento opportuno la stendono come quelle "lingue delle donne" (le trombette di carta del carnevale). Hanno una lingua lunga, mai vista prima, e furtive la infilano nel frutto e ne succhiano il succo. Non te ne accorgi nemmeno, tale è la destrezza. Nemmeno fai qualcosa, tanto sembrano famigliari. Non ti metti certo a fare trattamenti anticrittogamici, ... per una farfalla, ... per un melo, anche se quel melo è il tuo. Forse noi e i meli, non siamo di nessuno. Non sei in un campo industrializzato da produzione intensiva, dove puoi farne fuori mille senza che nessuno dica niente. Qui siamo in mezzo alle case, per una farfalla ti metterebbero anche sui giornali. In Autunno, nemmeno le vedi tale è il colore sempre più uguale all'ambiente, al tuo orto, al tuo melo. Pensi alla Primavera, al lavoro fatto sul fiore, pensavi stessero facendo qualcosa per te, ma già lavoravano per quella loro mela. Il freddo poi, si porterà via tutto.
... dunque, di cosa stavo scrivendo? Aaahhh! Di badanti ... poi mi sono perso con le farfalle ... ma fa lo stesso, tanto su un blog qualcosa ci devi pur mettere.
P.S.
Se chiedi al vicino, non ti dirà mai che gli sono capitate farfalle di quel genere, ... in autunno poi, ... di quel colore e che mangiano le mele poi.
In Inverno, ognuno, ha sempre tempo tempo per ruminarsi le sue mele, dietro una finestra o una webcam di ... Riccione.

martedì 12 ottobre 2010

Come scegliere un ospizio

Che si scelga una badante, una rinomata RSA, una Casa di riposo dignitosa o un ospizio a due stelle e un lumicino, il vecchio è sempre e per tutti una vacca da mungere sino all'ultima goccia.
Ma come scegliere una residenza per vecchi da rottamare? Lo so che è un linguaggio de borgata coatta ma il succo è quello. C'è chi si vuol liberare del vecchio in modo decoroso e chi lo vuole assumere come prodotto da magazzinare, almeno fintanto che da interessi superiori al BTP poliennale di riferimento.
Un vecchio, inoltre, certe volte può avere ancora qualche lascito nascosto (dicasi non lottizzato dai parenti più cari). Magari non ha ancora corretto in via definitiva il testamento ... se riuscirò a diventare vecchio, so che fregheranno anche me. Tanto che te ne fai dei soldi da morto? Chiunque se li prenda io sarò da un'altra parte con tutt'altri problemi. Quella contesa, per me sarà di minimo valore... a meno che anche di là si paghino le messe cantate... ma tanto lo so che le abitudini degli antichi egizi qui non ci sono. Se va bene, nella cassa ti mettono bastone, dentiera e l'Amplifon. Soldi dentro la cassa non ne ho mai visti. Lo sanno tutti che appena giri l'occhio se li prenderebbe il seppellitore, assieme alle corone dei fiori, i ceri non consumati del tutto e i denti d'oro.
Ma come lo scegli questo ospizio?
Quando vai, una delle prime cose che molto umanamente ti chiedono è:
"in caso ... di ... bisogno ... acconsente venga prestata un'assistenza spirituale (e ti vanno via da subito mance al prete)". C'è chi è religioso e chi risparmia anche su quello e non ci crede.
A seconda delle usanze è meglio capire se c'è o bisogna far da se come da manuale delle giovani marmotte al momento della dipartita. Alcuni istituti, appena entri, hanno già, appena fuori, il carro funebre e l'agente con il catalogo delle casse (comprese quelle difettate e di seconda scelta made in P.R.C. in finto PVC). 
Poi si passa subito al venale: "Quanto si paga? ed è "all inclusive" o è una permanenza "low cost" e ti devi portare i panini e il perborato per i calzini da casa?
E' sempre bene sapere quanto si paga ma anche cosa comprende.
Sarebbe buona cosa sapere se e quanta assistenza sociosanitaria è compresa. L'anziano, quando non ci sono i suoi parenti, piange, si sente inutile, è depresso, poi quando arrivano la domenica a fargli visita, abbozza sorrisi sperando lo riprendano con se (meglio non farsi vedere rognosi del tutto). Quanti medici, infermieri, ausiliari e chi da da mangiare al vecchio se lui non ce la fa (tenere conto che esiste il reale rischio, che ci sia un accorto scambio reciproco, di mezze verità o mezze balle, a seconda del solito metro del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto).
L'attività e metodi di animazione contano, tengono attivo il cervello del vecchio. Qualche ospizio ha solo la televisione (accesa o guasta non ha importanza, tanto il vecchio guarda solo e sempre il film della sua vita e di come sta andando a finire ... "Via col vento" se è prevista la cremazione). Altri hanno solo il cane di guardia e altri ancora solo il treno per Treviglio che passa due strade più in là, certi riescono anche a sentirne il rumore.
Prima o poi potrebbero servire delle cure riabilitative (servono? non servono? c'è una piccola palestra? un fisioterapista?)
Per capire come va, basta guardare se ci sono le cassette per i questionari di gradimento e soprattutto le domande che ci sono scritte. Se chiedono età e crocetta su maschio o femmina e altre cose ancora, prima o poi, ti beccano e il vecchio rischia. Se alle pareti hanno troppe poesie sui vecchi o tanti buoni propositi su come va trattato un vecchio, ci sono serie possibilità che quello è come vorrebbero essere ma proprio non ci riescono. Gli orari di visita e sapere da chi andare a reclamare in caso di necessità è importante. Se la persona ha sempre un bel sorriso (lo ha con tutti) è segno che a Natale vuole il cesto, se è un osso molto serio, bisogna tener presente che potrebbe essere sempre momentaneamente irraggiungibile. Dei due il meno peggio potrebbe essere il primo, da almeno l'illusione del "contatto riservato" e anche quello conta.
Come e dove dorme il vecchio? Ha i servizi indipendenti? Ci sono stanze separate in caso di malattia infettiva? A certe età, una dissenteria ad un vecchio il mattino può tradursi a sera in treni merci di cisterne piene per tutti gratis.
Le rette a carico degli eredi, pare vadano dai 1500 euro di Cremona ai 2000 mensili di Varese, da un sondaggio che avevo letto tempo fa sulle città più e meno care della Lombardia.
Poi ci si comporta come al supermercato, vale il miglior rapporto qualità prezzo e i soldi che si decide di mettere sul piatto.
Dimenticavo la cosa più importante per il vecchio ... l'alimentazione. Menù vari, personalizzabili, invernali, estivi, grammature abbondanti o all'osso. Non si possono generalmente tenere (di frodo) scatolette di tonno sotto il cuscino. Certi istituti hanno anche il dietologo, altri si accontentano dell'approvazione generale dell'ASL di zona. Anche la possibilità di scegliere la stanza ha il suo peso, davanti alla canna fumaria delle cucine è ben diverso da un filare di cipressi davanti a San Guido (indipendentemente dal fatto che uno sia stato socio Aci o meno)

domenica 10 ottobre 2010

noi italiani popolo di santi e di matti

andiamo alla conquista del mondo, adottiamo figli nel mondo perchè di nostri non ne sappiamo o non ne vogliamo fare. Costruiamo ospedali, scuole, e luoghi di assistenza nel mondo. Andiamo a combattere per la pace nel mondo. Portiamo il nostro Dio nel mondo. Siamo attivi in tante missioni di volontariato nel mondo. Doniamo per la ricerca nel mondo. Poi ci accorgiamo che abbiamo dei vecchi (anche nel mondo) e non sappiamo assisterli. Li affidiamo a mani inesperte che vengono in Italia solo per riempire la bocca, vivere facile, fare soldi in fretta e con il minor dispendio di energie possibili.
In Italia siamo santi e matti. Non abbiamo lavoro ma la badante come lavoro professionale e specializzato non lo vogliamo fare. Prendere una badante è come andare al mercato e prendere il pesce all'asta. Non è detto che sia buono ma l'aspetto e la remissività iniziale conta. Ai corsi per badanti insegnano quello così poi per questi centri scatta anche il lavoro per tenere documenti, prospetti paga ecc. E' una giungla dove tutti cacciano la bestia ... il povero vecchio.
Se ci arriverò, quando sarò vecchio e incapace di essere autonomo, penso che mi lascerò morire di fame come ho visto tanti vecchi fare. E' la morte indolore che rende incoscienti e i medici ti assecondano e lo scrivono nei loro rapporti per togliersi ogni gatta da pelare fra i piedi.
Non voglio subire tutte queste umiliazioni.
Un popolo civile non può chiamarsi tale quando non rispetta i morti e i prossimi a diventarlo.

Trovare la badante giusta

La difficoltà nel trovare la badante giusta è pari a quella di centrare un 6+1 al superenalotto.
La badante è un lavoro difficile. Curare persone che rappresentano solo un lavoro, nemmeno troppo pagato rispetto ad altri, senza prospettive di futuro, carriera, miglioramenti non da grossi stimoli per far bene. La cosa peggiore però, non è nemmeno il lavoro in se, quanto il logorio nel prestare anche solo presenza, sempre nello stesso posto. Non c'è possibilità di vere giornate di riposo (fatto salvo il Sabato pomeriggio e la Domenica), e di ore da dedicare a se o alla propria famiglia ne avanzano ben poche, quindi non può essere che un lavoro provvisorio in attesa di miglior sistemazione. La badante intanto trova, vitto, alloggio, stipendio e una controparte che non è strutturata per essere nè azienda nè datore di lavoro, il lavorato è un famigliare. Anche il migliore dei rapporti e le migliori intenzioni, finiscono per usurarsi o diventare logore in capo ad un anno. A me sta succedendo così. Ormai tutto è dovuto e l'aspettativa di vedere una prestazione di lavoro adeguata è sempre più bassa. Più sale la necessità di avere, se non proprio una badante (anche se pagata tale) almeno un aiuto, e meno risposta si ha nel tempo dalla quella che si ritiene adeguata controparte.
Pago per un livello CS convivente una persona che fa il lavoro di una colf e se ne frega di tutto. Capirà la lingua, non capirà, fingerà? Non so, non lo so più. Non capisco più. Lo stipendio è netto, pago io persino le tasse, il costo dei viaggi settimanali da casa al lavoro e una integrazione forfettaria per le sue spese settimanali personali. Se mi dimentico di qualcosa di casa mia, quel giorno ci troviamo a far senza, a stare al freddo, a non avere il telefono (la cosa importante per la badante è avere l'ADSL e il un computer libero così può navigare in internet. Se manca un pannolone o altre cose utili al badato, pazienza, facciamo senza tanto chi se ne frega. Teniamo conto che da sempre ho la presunzione di averne trovata una delle migliori fra quelle viste, figurarsi le altre.
Poi ci sono le peggiori quelle che hanno le malattie programmate o appena arrivano vanno in aspettativa e hanno un figlio. Poi tocca rimboccarsi le maniche e fare da badante al proprio vecchio e alla badante.
Noi in Italia siamo garantisti e tutti ci guadagnano, sindacati in prima fila. Se possono una vertenza per qualcosa la trovano, altrimenti insegnano alla badante come costruirsela.

venerdì 8 ottobre 2010

la non autosufficienza

sembrerebbe facile intuire cosa sia, per me non è stato così.
La non autosufficienza e una immagine sfuocata dell'indipendenza, arriva e nemmeno te ne accorgi. Un giorno ti rendi conto, che senza il tuo aiuto, il tuo vecchio, non riuscirebbe a fare tutte le cose che prima faceva e gli consentivano di arrivare a fine giornata, pulito, nutrito e in sicurezza.
Una mano la si da sempre, così nemmeno ti accorgi che senza quella mano, ad un certo punto della vita, la giornata non andrebbe avanti in modo adeguato. L'individuo, noi, cerchiamo di rimediare a piccole sviste, non vogliamo ammettere l'incalzare della vecchiaia. Perchè vecchiaia vuole anche dire prossima fine di questa esistenza terrena, magari nemmeno durata tanto se pensi a guanto tempo hanno le case, le chiese o i violini. Copriamo i nostri errori, i nostri piccoli disastri quotidiani. Poi le sviste diventano routine e nemmeno ce ne accorgiamo più. Il degrado è subdolo, avanza di nascosto con noi.
E' così anche per un padre e una madre, perchè per loro dovrebbe essere diverso?
Arriva il giorno che una presenza sempre più giornaliera, sempre più costante diventa necessaria. Se non te ne accorgi tu te lo dicono i medici. A me l'hanno detto in ospedale, facendomi capire che dopo una polmonite se non si prendono adeguate misure può anche intervenire un assistente sociale. Si premurano di trovarti una casa di riposo. Passi dall'avere casa alla prospettiva di finire in un ospizio, di colpo, senza preavviso, senza prepararti. Come un infarto, una morte improvvisa o un risveglio per un tuono nella notte. Non vogliono i vecchi e forse non lo vuoi nemmeno tu. Poi, il tempo, il lavoro, i figli, la tua famiglia, si piazzano di traverso e devi fare delle scelte.
Il cammino verso una vita diversa è lo stesso di quello dell'accettazione della morte quando la senti seduta ad aspettarti a fianco del tuo letto.

Le memorie dell'anziano

I luoghi, i colori, forse anche gli odori. Ogni cosa ricorda il niente e il tutto. Cambiare l'arredo e i colori della stanza, cambiare il colore dei vestiti non aiuta quella leggera confusione che fa opaca l'antica lucidezza della mente. Moglie, buoi e badante dei paesi tuoi è una buona regola, ma se proprio non si può non è forse il periodo migliore per le novità in cucina. Talvolta si cerca di fare mezzo e mezzo. Al mio vecchio piacevano i tortelli alla zucca con grana, non è proprio la stessa cosa, ma adesso ha provato il cuscus alla zucca e pomodori. La badante non sempre è pronta a trattare un vecchio forestiero (per lei). Come sarebbe bello se la badante pensasse al suo vero lavoro, come ad una missione. Badare all'anziano che ha in custodia, per permettergli di condurre la vita che lui avrebbe continuato, se fosse riuscito ad essere autosufficiente in eterno.
La badante non sempre è preparata a fare l'assistente famigliare, gli è più facile fare la colf (cioè la collaboratrice in casa). Aiutare chi poi deve badare. Una badante invece dovrebbe riuscire ad essere autonoma, anche se non sempre le situazioni favoriscono questa versione del lavoro. Sempre meglio scegliere una badante con qualche anno di esperienza. Il passaparola è la miglior garanzia in lavori del genere. Va fatta attenzione però. Ho mandato la badante ad un corso per capire e far meglio il suo lavoro. Il corso era gratuito. Una collaborazione tra regione, enti religiosi e istituzioni "parareligiose". Lei era l'unica mussulmana. Lei era forse anche l'unica che aveva già un lavoro. Orrore! Gli hanno insegnato a non dire proprio tutto sulla sua non professionalità, ed è tornata molto sindacalizzata. E pensare che io mi aspettavo a fine corso una quasi infermiera. Noi italiani, così umanitari e sempre pronti a martellarci le dita, dopo averlo fatto con tutto il resto.

martedì 5 ottobre 2010

Italia invasa da 3 milioni di badanti

Sara vero, sarà falso, sarà nero?
Questa mattina, un precario si è ucciso perchè ha perso il lavoro ... e si uccidono anche piccoli imprenditori.
Qualcosa non quadra. Il tanto osannato risparmio degli italiani, sta finendo in nero, in grigio o in bianco nelle tasche di lavoratori stranieri che qui trovano l'America.
Qualcosa non quadra. Gli italiani disoccupati. Gli stranieri lavorano. Storia vecchia.
I parenti, i figli dei parenti, i conoscenti, i figli dei conoscenti non trovano lavoro, anzi vogliono il call center (un lavoro passatempo, precario e poco retribuito), nessuno vuole provare la via dell'assistenza domiciliare.
Se io non abitassi in un altra città, con il lavoro in un'altra città, e i suoceri in un altra città ancora con forme senili ancor più devastanti, oggi lavorerei per mio padre. L'ho fatto per un anno, è dura, ma perchè tutto attorno a me è duro e costoso ad iniziare dai trasferimenti continui, giornalieri, 365 giorni l'anno.
Il lavoro di badante, è una grande opportunità in un paese di vecchi, che non ha bisogno di grandi scuole anche se (chi più chi meno), gli onorevole riversano soldi dello stato su istituzioni più o meno amiche, che sfornano corsi inutili per persone che li frequentano alla sola ricerca di conoscenze per un contatto, anzi un contratto. Una badante deve accudire una persona come se fosse suo figlio (anche se l'aspettativa non è così grande), cosa c'è di tanto difficile, di innaturale, di complesso da studiare? La badante non è e non deve fare il medico o l'infermiere, deve solo badare con l'occhio vigile della madre. Non c'è bisogno di conoscenza ma di un pò d'amore e di un adeguato stipendio.

lunedì 4 ottobre 2010

il vecchio non vuole la badante

la vecchia men che meno.
B (sta per babbo) - Ma come? Ti dicono, in tutti i modi, di diffidare di tutti, il comune ti manda un volantino su come difendersi dai falsi uomini in divisa e vestiti bene, i carabiniere ti mandano tutti i trucchi per capire i casi sospetti e tu mi porti in casa un'estranea? Ma come ragioni. No! Noooo!!! Non se ne parla nemmeno. Nascondi subito tutto, che qui adesso rubano, è successo anche all'Armando. Tu vedi l'ora che io muoia per prenderti soldi e casa. Io sono autosufficiente e so badare benissimo a me stesso
S (sta per schiavo) - Non ce la fai babbo, devi avere almeno uno che ti dia una mano.
B - Appunto, e tu cosa ci stai a fare? Dovresti vergognarti a mettermi in casa la prima zingara che trovi con tutto quello che io ho fatto per te. Cosa credi di essere cresciuto da solo?
S - Ma abito lontano e poi il lavoro, la mia famiglia ...
B - Va bene, dirò al medico che non hai tempo per tuo padre.
S - Se tu tieni una persona che sta a casa poi arrivo io e ci diamo il cambio.
B - Sono arrivato a 90 anni da solo e adesso non mi spetta niente? No piuttosto vado all'ospizio.
S - Ma babbo dall'ospizio non esci più e poi ti ricordi come piangevi e ti arrabbiavi in ospedale?
B - E va bene, allora meglio morire, tanto io non mi aspetto più nulla della vita. Se non ti vergogni ad abbandonare tuo padre come un cane meglio morire subito.

mesi usuranti di discorsi del genere...
Bisogna prendere una decisione senza il vecchio, lui non mollerà mai. Bisogna metterlo di fronte al fatto compiuto.

burn out, quando il vecchio consuma

mai visto Valentino Rossi, felice a fine gara dopo l'ennesima vittoria, che inchioda da fermo la gomma anteriore, da tutto gas e lascia che la ruota posteriore ruoti e fumi il pneumatico descrivendo un cerchio sull'asfalto? Ecco quello è il burn out. Il vecchio è la ruota davanti e il familiare che se lo prende in carico è quella ruota posteriore che si stà polverizzando girando in cerchio. Mi sento usurare mentre lo dico.
Certi giorni non vorrei più alzarmi sapendo cosa mi aspetta. C'è da diventar matti.
Un anziano si muove poco, non sa dove andare, non si ricorda come fare, ha bisogno di una guida, di un qualcuno che pensi e preveda per lui il pensabile. Un anziano non chiede, va per la sua strada, è preso da se stesso, ma non sa esattamente come aiutarsi. Certe volte è come farsi scappare una lumaca, ti fermi un attimo ed è sparita ... mi sento spesso lepre impotente.
La ruota posteriore può solo girargli attorno a tutta velocità, con tempismo, per capire dove quella ruota anteriore voglia andare. Un anziano non ha mai fretta e non capisce la frenesia che gli sta attorno, anzi gli da fastidio. Il vecchio ha solo le sue due o tre cosette da fare ogni giorno, e se possibile oggi, anche quelle di tutta la settimana, così è a posto. Fare certe cose, anche le più semplici è una fatica organizzativa non trascurabile per un vecchio. Finito quel poco il tutore è libero ... se l'anziano dorme, ma gli anziani non dormono mai e te lo dicono in continuazione. Vigilano, dirigono con lo sguardo e dubitano su tutto e di tutti.

Selezionare la badante in riabilitazione.

Ci penso e mi viene il mal di testa. Cercare la badante provoca cefalea, ne sono sicuro. Ho cercato un po', primo fra tutti nei reparti di riabilitazione degli ospizi. Sembrerebbe assurdo, ma c'è un programma apposta che si chiama  "ricovero riabilitativo per il sollievo dei famigliari". In pratica, un anziano che non è in un ospizio, ma in famiglia, è una bella palla al piede. Non ci si può più muovere. Ferie e gite fuori porta, te le sogni di notte e le giochi al superenalotto. Così, quasi tutti gli ospizi hanno un reparto di "lusso" che fa riabilitazione. Il vecchio staziona lì per una quindicina di giorni, lo portano un po' in palestra, se vedono che è attivo e gli giova (ma quando mai un anziano arrivato lì è attivo e desideroso di farsi il ventre a tartaruga?). Il vecchio sta con altri vecchi, davanti alla televisione magari spenta, (tanto la fissa allo stesso modo di quando è accesa, perchè consumare anche corrente?). Fa il pisolino su una sedia a rotelle, per far prima negli spostamenti, si tiene il pannolone per almeno 8 ore di fila. Si cambia al cambio (turno, intendo, e non è un gioco di parole quando sei umido). I vecchi parlano con altri vecchi e fanno confronti e discussioni da bar sport su chi ha i figli peggiori/migliori. I familiari parlano con altri familiari, è lì che c'è sollievo, sentendo che anche altri sono nello stesso pannolone marrone pieno.
La stranezza di questo servizio gratuito (che promette di liberarti almeno per 15 giorni dalla tua schiavitù) è che, ovviamente, a mattino, mezzogiorno e sera, non c'è personale sufficiente per supportare l'azione del mangiare per tutti, e quindi, per non fare torto a nessuno, arriva il vassoio e il vecchio, o trova qualche anima gentile, o i suoi cari devono venire ad aiutarlo tre volte al giorno, o mandano una badante a ore. L'alternativa è digiunare per due settimane. Si fa prima a mettere un cateterino endovena con il bottigliotto di sali, che stare a dar da mangiare a un vecchio, se necessita, quello lo fanno. Credo di aver visto più gente morire nei reparti riabilitativi che in quelli di definitivo ricovero nell'area RSA.  Lì puoi vedere le varie badanti all'opera e farti un'idea di come sopportano e come dovrebbero supportare il vecchio. C'è tutto da imparare per farsi una prima idea.

domenica 3 ottobre 2010

Il vecchio e l'ospedale

L'ospedale a cosa serve? Domanda stupida. A curare ovvio. Ma curare chi e in che modo?
Quando il malato è giovane ci sono tante buone ragione per curarlo. Man mano che l'età del malato avanza, ha sempre meno senso impegnarsi. Economicamente è una lotta dispendiosa, magari per allungare la vita di poco. Il corpo è sempre meno alleato del medico e delle sue cure, non reagisce più ai farmaci, non si aiuta. Anche il corpo, ad un certo punto, giunge a fine programma, la sua missione è esaurita ed è ora di abbassare le armi e tornare alla terra.
I medici storcono il naso, cominciano a dirti che il tuo vecchio è vecchio e bisogna farsene una ragione. L'ambulanza arriva, ma se le condizioni sembrano estreme, gli alieni arancioni con scafandro che ne escono, nemmeno se lo caricano in barella e chiedono prima l'intervento dell'auto medica per avere istruzioni. Pare ci siano delle direttive regionali ferree in casi del genere (vecchiaia avanzata credo) e potrebbero anche venir fuori grane se il pacco si rompe del tutto durante il trasporto. Qui siamo in Lombardia (la miglior sanità d'Italia ... dicono) ma allora gli altri come stanno?
Ma dai che ce la fai. Finalmente il vecchio arriva in ospedale, ti guardano tra la compassione e il ghigno dubbioso di chi sospetta che ti vuoi liberare del genitore. Ti dicono che devi avvertire la moglie (non la chiamano "tua madre") che ci sono reali possibilità che non ce la faccia. Trafficano, fanno, aspettano. La Tachipirina fa miracoli contro la febbre. Niente febbre niente ospedale. La missione dell'ospedale è finita, a meno di gravi insufficienze respiratorie o cardiache e anche lì, comunque, il consiglio è di contattare le RSA della zona per mettersi in lista. Un ospedale non è un ospizio, non possono tenertelo li con quel che costa un'assistenza ospedaliera e coi pochi posti disponibili. Non puoi nemmeno dargli torto. Per una risonanza certe volte aspetti un anno, per una operazioncina sono in lista da 5 mesi. Il pacco va dimesso nel più breve tempo possibile e indirizzato verso un centro riabilitativo (quasi sempre è un reparto, un anticamera, una sala d'attesa di una casa di riposo). Ti rendi conto che la differenza è di diverso peso della professionalita. Se prima stavi male qui stai peggio. Si passa da 2 medici, 4 infermieri,  4 ausiliari, a un medico a ore, 1 infermiere a ore e 3 ausiliari fissi per liberare l'area dal fango che qui dilaga.

dalla parte del vecchio. Badante o RSA?

Sono nel problema da due anni ormai. Pensi che certe cose a te non succederanno mai. Un giorno hai dei genitori amici, compagnoni, utili, e il giorno dopo diventano insopportabili non autosufficienti. Uno pensa che le cose diventeranno così un po' alla volta, invece no. La vecchiaia avanza a gradoni, un giorno cammini e il giorno dopo sei in carrozzina. Prima è un dolore, poi arriva la rabbia, e anche l'odio fa la sua parte ad un certo punto. Senti che non solo la loro vita se ne sta andando, ma anche la tua nel seguirli ogni giorno. I ruoli si invertono si diventa genitori dei propri genitori, non proprio, ma quasi, e certamente non con lo stesso entusiasmo. Vivi una vicenda che non hai cercato e nella quale non vedi un gran futuro, lo sanno e se ne accorgono tutti, compresi i medici. Una bella stroncata e se ti va bene una lieve ripresa prossima all'autosufficienza, devi solo dare una mano, e a poco a poco quella mano ti rendi conto che non la puoi più far mancare, quella mano diventa prima comoda, poi necessaria e appena dopo anche dovuta.
Ho visto tanti vecchi e ho seguito tanti feretri. Per qualcuno ho pianto, ero diventato amico ci si vedeva tutti i giorni, più che con i figli.
Il corpo cura se stesso se la testa non pensa troppo ad ammalarsi. I vecchi non vogliono badanti in casa loro, è una violazione  alla propria privacy e anche al proprio corpo. Quando però i vecchi sono all'ospizio non fanno altro che chiedersi: "Che ci faccio io qui? Loro non hanno bisogno di me e io non ho bisogno di loro, non c'è tornaconto a questo vivere".
Sono pochissimi quelli che accettano l'ospizio serenamente. E' soprattutto gente che ha sempre fatto molto per tutti e non si è mai aspettata nulla per se stessa. Una badante è una loro serva, è nella loro casa, ma un ospizio è una prigione anonima (con ergastolo a vita) dalla quale si esce solo morti.
Il mio vecchio non esce mai di casa, ma è come le lucertole, appena arriva un pò di sole esce dal cancello. Bastano pochi passi fuori ed è come bigiare la scuola o fuggire da Alcatraz. Sono botte di vita possibili solo a chi è a casa e ha una badante distratta.

sabato 2 ottobre 2010

RSA, ospizio, casa di riposa o badante? Rifaccio i conti.

Dopo un anno con la badante, anzi l'assistente familiare (una denominazione che sta a badante, come operatore ecologico sta a spazzino) ancora sto a fare conti. Non che non mi sia chiaro quel che spendo, ma voglio illudermi sempre che la badante costa meno e offre di più.
Innanzi tutto la badante non è una istituzione, che prende in carico il vecchio e si occupa (e preoccupa) di tutto. La badante è solo un aiuto al parente che ha deciso di farsi carico dei problemi del vecchio.
Se la badante si ammala è un casino, hai in casa due ammalati (e qualcuno, a loro, deve pur pensare, si rischierebbe l'omissione di soccorso, ... un reato ... quasi) e se va in ospedale, almeno alla badante pensa la collettività. La badante va in ferie, la badante ha due ore libere al giorno o magari mette insieme tutto e sparisce per un pomeriggio il Giovedì o il Mercoledì di mercato. La badante saluta tutti e se ne va il Sabato a mezzogiorno e torna (se non vuole prima) il Lunedì mattina alle otto.
Queste cose vogliono dire, che un parente pronto a rimpiazzarla ci deve essere, durante le ferie e le feste nazionali, il giorno del patrono e durante i permessi e le malattie della badante e quelle 40 ore anno per corsi di aggiornamento. Del resto non si può chiedere la prigionia ad una persona, il diritto alle ferie è sacrosanto per tutti.
L'ospizio non va mai in pausa e questo lo sanno tutti, vecchio compreso.
Un ospizio costa (dalle mie parti) sui millecinquecento euro mese ma mettiamo di essere un milanese e di pagarne millesettecento. A Milano ci sono tanti vecchi e pochi ospizi. Qui anche, ma ci sono case più larghe che possono permettersi di ospitare il vecchio per più tempo e quindi almeno di rimandare il più possibile il  suo trasloco.
Quindi mettiamo da una parte l'ospizio con i suoi 20.400 Euro anno, più pacco Natalizio agli infermieri e al direttore sanitario (minimo). Non servono a niente, tutto è dovuto, ma è solo per non fare la figura del pidocchioso, visto che altri lo fanno ti adegui. I sorrisi, i bravi e i grazie non bastano tutte le volte. Qualche mancia e un po' di pigiami vai a 21.000 Euro l'anno.
Possibile che la badante mi costi tanto?
Il mio vecchio prende la minima, e l'accompagnamento, da solo non ce la fa manco se  gli fanno una magia.
La badante è convivente, inquadramento CS (anziano non autosufficiente), ogni mese gli pago il previsto dal contratto cioè 885,10 Euro. All'anno sono 11.500 Euro circa (sono 12 mesi più tredicesima), poi ci sono 2.850 di contributi Inps. Fortuna che le tasse (la denuncia dei redditi a Maggio) se le paga lei, anche se non ha mai soldi e mi chiede un anticipo da rendere (come si suol dire) "a babbo morto", che qui avrebbe anche un senso ma poi vorrà dire "dopo", anzi "mai". La vado a prendere e la porto a casa e se ne vanno altri 100 euro di benzina. A che punto sono arrivato? 14.450 Euro. Dimenticavo, l'assunzione con la tenuta delle buste paga e della compilazione dei bollettini, me le fa il sindacato (anzi un "patronato dei pensionati"). 150 Euro la pratica di assunzione e 160 la compilazione di tutto all'anno (lasciamo perdere i 150 ma i 160 ci sono tutti gli anni). Poi c'è il TFR, un mese all'anno da mettere da parte, e da pagare alla badante a fine del rapporto di lavoro e quindi siamo a15.500 anno. Ho messo tutto? A Natale e a Pasqua una mancia gliela devo dare, mentre mangiare mangia tutto l'anno. Da che ho la badante anche il frigorifero si è accorto che qualcosa è cambiato. Le abitudini alimentari non sono mai le stesse e devo riempirlo di piatti pronti per mangiare italiano. La badante mangia cose sue (inteso che sono anche fortunato che non segue una dieta ricca di proteine e di carni) ma comunque mangia e il lavoro è stressante e quindi qualche crema di bellezza è più che necessaria. Non è vero che dove si mangia in due si mangia anche in tre, in questo caso si mangia diverso in tre e la spesa raddoppia. Arrivare a 21.000 euro è uno scherzo da ragazzi. teniamo conto che anche il telefono si scalda un po' di più e ho una stanza in più da scaldare. Siamo alla pari forse un pò meno. Però non ti puoi muovere, resti sempre sul chi va là che io vengo qua. Non vai più da nessuna parte la Domenica e le ferie restano un miraggio, altrimenti paghi un'altra badante a tempo determinato ... e che sò? figlio di Babbo Natale? Del resto il mondo dei vecchi è un affare grosso per tutti, e le case di riposo in Lombardia negli ultimi anni sono più che triplicate. E' un travaso di sostanze italiane in mano a stranieri che accettano un lavoro che pochi si sentono di fare ma che da i suoi onesti guadagni.

venerdì 1 ottobre 2010

La busta paga resta in famiglia se la badante è un parente

Oggi, la badante che lavora dal mio vecchio, festeggia il suo primo anno di lavoro con noi. Viene da fuori Europa. Queste sono opportunità che poche italiane accettano e pensare che tante ragazze e ragazzi disoccupati, potrebbero trovare il loro primo stipendio in famiglia. Sono lavori che si fanno in casa e che non sono certo meglio, ma forse nemmeno troppo peggio dell'andare in fabbrica o finire alla cassa di un supermercato. La badante può benissimo essere una della famiglia, senza particolari requisiti dell'assistito. Può persino essere il coniuge che assiste alla sua metà del cielo, purchè l'altro/a (in questo caso) non sia autosufficiente o sia un/a documentato/a invalido/a. Bisogna comunque sempre fare un contratto regolare e pagare uno stipendio vero. Le sedi Inps dovrebbero anche sorvegliare perchè i contributi vengano veramente versati.
Per le badanti ci sono mille modi per fare la busta paga, perchè la busta paga non esiste. Si tratta di un rapporto con un datore di lavoro che è persona fisica che non può in alcun modo essere sostituto di imposta (cioè paga la sua parcella ma non si sostituisce allo stato per fare calcoli e trattenere contributi da versare poi a qualunque titolo). Si parla quindi solo di prospetto paga e non di busta paga, basterebbe anche solo una semplice ricevuta. Il pagamento è meglio farlo con assegno o bonifico bancario, tanto per pararsi davanti e dietro in caso di contestazione a fine rapporto.

i 4 mesi dell'Apocalisse (l'INPS incassa)

Vabbè, non esageriamo, Gennaio, Aprile, Luglio, Ottobre sono "solo" i mesi della gabella ("solo" si fa per dire, è un eufemismo bello e buono).
Dall'uno al dieci di questi mesi si paga il bollettino Inps per i contributi della badante. Non si paga prima per non fare casini. Potrebbero interpretarlo come un ritardo nel pagamento del precedente rateo, e non si paga dopo per evitare multe, contenziosi e more. L'Inps non sa chi lavora o chi non lavora, ma una volta entrati nell'ingranaggio della burocrazia il codice fiscale si diluisce in tutti i documenti. Ho sentito anche dire, che alcuni non pagano e corrono quel rischio. A quanto ho capito, l'Inps (sono andato a chiederlo a loro) non si muove, ma aspetta una denuncia della badante che si vede mancare delle contribuzioni ai fini pensionistici.
Se però il lavoro in Italia durerà 2 o 3 anni, magari 7, e poi ci sarà la ghigliottina del rimpatrio forzato, chi volete che torni in Italia a pretendere fra 40 anni la pensione? Ve la immaginate una dell'Ecuador, del Perù o anche solo dell'Ucraina, che torna in Italia a perdersi nelle lungaggini, nell'inefficienza e nella poca gentilezza degli uffici che normalmente hanno a che fare con gli immigrati? Così capita che taluni datori di lavori facciano saltare dei bollettini alla badante e paghino solo quelli necessari alla lavoratrice per il rinnovo del permesso di soggiorno, gli ultimi tre (cioè gli ultimi 9 mesi) prima della scadenza del permesso di soggiorno. Del resto la badante può sempre dimostrare di avere un contratto e di avere un lavoro e di pagare le tasse con il modello Unico, sarebbe iniquo negargli il permesso di soggiorno solo perchè il suo datore di lavoro non paga la sua parte di Inps. Cosa vogliamo far fare alla badante, anche il recupero crediti dell'Inps?
Oggi con una badante convivente, inquadrata al livello CS, questa gabella vale 709,02 da versare ogni tre mesi.
Spesa complessiva annua Euro 2.036,08. Un'altra bella botta sul collo del mio vecchio e sui miei piedi. Con il mese di Luglio ci sono 21,06 Euro in più da pagare ogni tre mesi. Adesso le badanti hanno una specie di cassa malattia che paga loro un'integrazione se si ammalano e finiscono in ospedale e il datore di lavoro è coperto da eventuali infortuni che la badante potrebbe subire in casa sua. E' dura, ma mi sembra una cosa equa a tutela di tutti. 

rientro in patria, la badante torna a casa

La badante che lavora da mio padre, delle volte mi dice, delle volte no, altre mezzo e mezzo. Questa è una di quelle volte (mezzo e mezzo, intendo). Fra colleghe si trovano, si aiutano, si passano nomi e numeri di telefono, trovano lavoro anche a 10.000 chilometri da dove abitano. Certe volte, entrare nel giro costa, come costano e si contrattano informazioni. L'argomento dell'ultima riunione in piazza al Duomo di Cremona (ma certe volte fanno assemblea ai giardini pubblici di piazza Roma) era: "Chi paga il viaggio per tornare in patria, a casa". 
Chi sosteneva che i datori di lavoro fanno i furbi (sempre), ma devono pagare per contratto, il viaggio di andata e ritorno almeno una volta l'anno, e chi invece era dell'idea che il viaggio fosse sempre in aereo e una volta almeno ogni sei mesi, (tre mesi per il gruppetto delle polacche, arrivate in Italia con visto turistico ma lavoranti in nero). La delegata eletta era poi andata ad informarsi dai sindacati. Queste sono più organizzate dei metalmeccanici.
Per la miseria, nemmeno un dirigente di buon livello, certe volte, riesce a spuntare un simile benefit, e poi le badanti italiane non avrebbero goduto di quel viaggio magari alla Maddalena o a Lampedusa per le loro ferie. Perchè?
Il dubbio nasce da una soggettiva interpretazione del contratto. C'è una clausola che ha posto lo stato, giusto per tutelarsi e tirare sulle spese. Chi assume una badante extracomunitaria, si farà eventualmente carico, delle spese di solo rientro in patria, nel caso la badante, per qualsiasi motivo, voglia far definitivo ritorno a casa, o per qualsiasi altra ragione venga sottoposta ad espulsione anche nei mesi successivi ai primi sei dopo il suo licenziamento.
Non è un provvedimento proprio e sempre a favore della badante, men che meno del datore di lavoro. Lo stato stacca il biglietto di ritorno appena un extra-comunitario mette piede in Italia, e lo farà pagare al datore (o ex datore) di lavoro, allorché la sua dipendente (o ex dipendente) debba tornare in patria per restarci. Perchè sei mesi? Perchè dopo aver perso o aver finito un lavoro, un extracomunitario ha sei mesi di tempo per trovarsene un altro, pena tornarsene in patria alla scadenza di quel periodo. Niente lavoro, niente permesso di soggiorno, quindi restare vorrebbe dire andare ad ingrassare la lista nera dei clandestini. Se lo stato lo becca, le spese di rimpatrio arrivano a casa dell'ultimo datore di lavoro.
Potevo anche risparmiarmi di dirlo? Ma quella benedetta della badante di mio padre, voleva tornare a spese mie, tutti gli anni a vedere i campi di sua proprietà nel Maghreb. Io pago il biglietto aereo, ma poi tu porti anche me a gratis a casa tua a fare agriturismo gratis. Con tutti i frigor che mi hai assassinati, non avrai paura del mio mangiare monacale per un solo mese? Con una scatoletta di tonno e tre pomodori ci vivo tre giorni, sono mica te che vuoi yogurt, cioccolata, caffè, succo di frutta, panna e gelato al latte ogni fine pasto, (praticamente ogni mezz'ora me ne inizia uno nuovo, di pasti intendo).
Le badanti, dopo due mesi massimo di rodaggio, diventano di un tirchio da far paura, incamerano in continuazione e basta (vitto e soldi soprattutto).