Bisognerebbe scegliere, in modo che il carattere della persona che entra a far parte della famiglia sia ragionevolmente collaborativo e completi la personalità del badato o almeno non ne sia in piena conflittualità. Se l'anziano è molto "sclerato" e autoritario, si dovrebbe scegliere una badante paziente e remissiva, mentre se l'anziano è remissivo e disorientato, andrebbe presa una persona in grado di energizzarlo un po'. Almeno questo, è quello che credo io. Non credo ci sia una badante che va bene per sempre. Ci sono fasi diverse d'invecchiamento, ma una cosa è certa, anche il più lucido dei vecchi col tempo un po' opaco diventa, e forse la pazzia si accompagna spesso (e molto) alla nostra vecchiaia. La badante autoritaria col tempo può essere troppo autoritaria e una mite e remissiva (può capitare) possa in seguito far meglio.
Potendo scegliere è meglio tenerne conto, tutto quello che è diverso dal pregresso dell'anziano, sarà in conflitto con il suo nuovo vivere. L'anziano identifica molto le cose per colore, per forma e per dimensione, più che per nome o per numero. Non voglio essere razzista ma è più facile per un bianco accettare un bianco e per un nero accettare un nero, la cosa vale per religione, lingua, nazionalità ... io ci sto tribolando.
Se non capita una sindacalista in famiglia è meglio. Non che io ce l'abbia in modo particolare con sindacalisti o sindacati, ma il problema è che l'azienda famiglia ha normalmente un solo lavoratore esterno, se quello è il sindacalista e il rappresentante RSU ecc. ecc. diventa molto difficile fare le cose e bisogna convocare assemblee in continuazione.