giovedì 28 gennaio 2010

Anziano a chi?

Un anziano, anche autosufficiente, da solo, è un problema, anzi un potenziale problema, figuriamoci se non è autosufficiente. All'inizio e sino al momento di rottura (in tutti i sensi) lo si tiene in famiglia, lo si segue, ma poi diventa come un cane a Ferragosto e si vorrebbe abbandonarlo in autostrada ma non si può (scatta l'abbandono di incapace e sono anni di galera). Si può farlo star male e rifilarlo un pò di tempo ad un ospedale e poi ad una struttura riabilitativa, sperando lo dirottino poi d'ufficio in una casa per anziani, comunque si chiami questo posto resta sempre un magazzino premortis, dall'ospizio non si esce più. E' quasi come metterlo al cimitero ma da vivo, lo si versa in caparra al creatore in attesa venga a riprenderselo. Praticamente lo si conserva in frigorifero prima che la morte se lo mangi definitivamente. Un anziano rompe su tutto. Oggi le distrazioni sono veloci e infinite come il web, non si può legarsi al piede una palla di piombo come un anziano, diventa difficile anche andare dal tabaccaio, figuriamoci al cinema o in pizzeria. Bisogna piazzarlo. Se l'anziano va in "graduatoria", prima o poi, una casa di riposo ha un letto liberato da un morto da riempire subito con carne vecchia. Là (all'ospizio) sanno che nessuno andrà mai a reclamare un disservizio. Se l'anziano va li è perchè a casa da fastidio e magari da fastidio (da vivo) anche all'ospizio, perchè ha qualche risparmio in giro, da godere fin che si è giovani (intendo gli eredi).

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